Hugo Pratt

Hugo Eugenio Pratt (Rimini, 15 giugno 1927 – Grandvaux, 20 agosto 1995). Figlio di Rolando Pratt (militare di carriera) ed Evelina Genero, la sua vita si sviluppò soprattutto intorno alla città di Venezia; ben due suoi fumetti sono ambientati nella città veneta, L'angelo della finestra d'oriente e Favola di Venezia (Sirat Al-Bunduqiyyah). Il suo legame con la città lagunare, infatti, fu molto forte. È proprio qui che fece il suo esordio quando, nel 1943 tornò dall'Etiopia dove aveva soggiornato per sei anni con la famiglia. Superato, tra mille difficoltà il controverso periodo bellico (nell'autunno del '44 rischiò di essere fucilato dalle SS, che lo credevano una spia sudafricana). Pratt nel 1943 dopo la morte del padre decise di seguire come interprete le armate alleate[1] ,nel 1945 a Venezia, iniziò ad organizzare spettacoli per le truppe della coalizione vincitrice La sua vocazione era però quella di raccontare storie, simili a quelle con le quali era cresciuto, storie e romanzi di James Oliver Curwood, Zane Gray, Kenneth Roberts, e ancora i fumetti di Lyman Young (Cino e Franco), Will Eisner (The Spirit) e soprattutto Milton Caniff (Terry e i pirati). Fondò allora la testata Albo Uragano, in collaborazione con Mauro Faustinelli e Alberto Ongaro e che dal 1947 divenne Asso di Picche - Comics, dal nome del suo personaggio di punta, un eroe mascherato dall'aderente costume giallo. La rivista attirò numerosi giovani talenti, come Dino Battaglia, Rinaldo D'Ami, Giorgio Bellavitis, mentre il personaggio di Asso di Picche riscuoteva sempre maggior successo, soprattutto in Argentina, dove Pratt si trasferì, su invito della Editorial Abril, con altri amici del Gruppo di Venezia e vi risiedette, nella città di Buenos Aires, per tredici anni. Dopo l'iniziale collaborazione con la Editorial Abril, Pratt si trasferì alla Editorial Frontera: è in quegli anni che vedevano la luce alcune serie molto importanti nella carriera del cartoonist italiano: Junglemen, su testi di Ongaro, Sgt. Kirk, Ernie Pike e Ticonderoga, tutte scritte da Héctor Oesterheld, lo sceneggiatore dell'opera fantascientifica L'Eternauta, poi desaparecido. Il suo tratto iniziò a fare proseliti, tanto che Pratt, prima con Breccia, quindi in Brasile, tenne dei corsi di disegno presso la Escuela Panamericana de Arte diretta da Enrique Lipszyc, alternando tale attività didattica anche con frequenti escursioni in Amazzonia, nel Mato Grosso e in altri luoghi esotici. In quello stesso periodo, però, realizzò anche il suo primo fumetto completo, Anna della giungla: questa serie di quattro storie, che pure presentava ancora pesanti influenze di Oesterheld, si presenta come un omaggio a quell'avventura classica con la quale si era formato negli anni giovanili e le cui atmosfere avrebbe riportato nelle due seguenti opere complete, Capitan Cormorant e Wheeling. Quest'ultima è un vero e proprio romanzo-fiume ispirato ai romanzi di Zane Grey e Kenneth Roberts, che mescola con metodica precisione fatti storici e fantasia, pratica che Pratt avrebbe raffinato più avanti con Corto Maltese.

Tra il 1959 e il 1960 Pratt si trasferì a Londra, quindi, senza successo, tentò la via degli Stati Uniti per poi tornare in Sudamerica, da cui ritornò in Italia nel 1962. Qui iniziò a collaborare proficuamente con Il Corriere dei Piccoli, per il quale, tra le altre cose, realizzò le riduzioni a fumetti di numerosi romanzi della letteratura per ragazzi, come L'isola del tesoro e Il ragazzo rapito di Robert Louis Stevenson, entrambe sceneggiate da Mino Milani.

La svolta importante nella carriera di Pratt avvenne però con l'incontro con Florenzo Ivaldi: era il 1967 e i due decisero di aprire una rivista, dal titolo Sgt.Kirk, dove pubblicare le storie argentine del cartoonist, alcuni classici americani e degli inediti. Sul primo numero della rivista, il primo inedito ad esordire fu proprio Una ballata del mare salato, la prima avventura di Corto Maltese, il più famoso ed importante personaggio di Pratt. La narrazione, come la maggior parte delle avventure del suo personaggio, rimanda la memoria ai grandi romanzi d'avventura di Conrad, Melville, Lewis, Cooper, Dumas, che tanto successo e tanta fama hanno avuto presso generazioni di lettori. Ma soprattutto a ispirare Pratt per questa storia fu uno scrittore oggi dimenticato, Henry De Vere Stacpoole, autore di Laguna Blu. Questa prima storia, autentica pietra miliare del fumetto, fu successivamente ristampata anche sulle pagine del Corriere dei Piccoli.

Tre anni dopo Corto ritornò, questa volta sulle pagine della rivista per ragazzi francese Pif, ove vennero pubblicate ventuno brevi storie di cui il malinconico marinaio è l'assoluto protagonista: la prima di queste storie si intitola Il Segreto di Tristan Bantam (tra i migliori racconti vanno ricordati anche "Per colpa di un gabbiano", "La laguna dei bei sogni", "Concerto in O minore per arpa e nitroglicerina", "L'ultimo colpo"). A metà degli anni '70 Hugo Pratt strinse grande amicizia con il giovane Lele Vianello che, assorbita la tecnica e lo stile del grande fumettista, diventò suo braccio destro collaborando graficamente alle sue opere. Nel 1974 Pratt iniziò a disegnare "Corte Sconta detta Arcana", operando un primo notevole cambiamento stilistico, come sempre in direzione della semplificazione: "Vorrei arrivare a dire tutto con una linea", ripeteva - e da allora le storie di Corto ebbero sempre la forma di romanzi grafici più o meno lunghi. Alcuni di loro si affermarono presto come classici assoluti del fumetto (il già citato Corte Sconta, Favola di Venezia, La Casa Dorata di Samarcanda). La serie termina con Mu, disegnato nel 1988 e pubblicato in volume nel 1992. Il "maestro di Malamocco" (come lo definì Oreste Del Buono) aveva però in mente un altro capitolo per la saga del marinaio con l'orecchino e che sarebbe stata la continuazione de La giovinezza, opera del 1981 nella quale si narrava una parte dell'adolescenza del protagonista. La casuale scoperta di un pugno di strisce, tredici in tutto, con dialoghi solo abbozzati, avvenuta nel settembre del 2005 da parte della figlia di Pratt rovistando dentro una rivista, ne è la prova.

Attraverso le avventure del suo marinaio, Pratt si affermò come uno dei più importanti autori di fumetti al mondo. Il suo immaginario così colto e popolare al contempo, la perenne ricerca di uno stile grafico essenziale ed espressivo (tenendo sempre a mente la lezione del maestro Milton Caniff e costeggiando, per certi versi, le soluzioni della "linea chiara" franco-belga), la consumata abilità narrativa lo rendono un punto di riferimento per chi voglia studiare le possibilità espressive della "letteratura disegnata" (orgogliosa definizione data dallo stesso Pratt, che comunque preferiva farsi chiamare "fumettaro").

Hugo Pratt era membro della Gran Loggia d'Italia degli Alam, dove fu iniziato alla Loggia "Hermes" all'Oriente di Venezia il 19 novembre 1976[2]. Pratt era ancora membro della stessa verso la fine degli anni Ottanta. La massoneria è esplicitamente citata nel racconto a fumetti Favola di Venezia; la Gran Loggia d'Italia, dopo la sua morte, ha organizzato diversi convegni pubblici sul suo personaggio Corto Maltese.

Nella lunga carriera di Pratt, oltre alla saga di Corto Maltese si possono citare ancora la serie degli Gli scorpioni del deserto, ambientata in Africa durante la seconda guerra mondiale, di cui Pratt scrisse e disegnò cinque storie, e i quattro libri realizzati per Bonelli (allora Editoriale Cepim) nella serie Un Uomo Un'Avventura, dai titoli L'uomo del Sertao, L'Uomo della Somalia, L'uomo dei Caraibi e L'uomo del grande nord (quest'ultimo ripubblicato in seguito con il nome Jesuit Joe). Notevoli anche Tutto ricominciò con un'estate indiana ed El Gaucho, scritte per l'amico e allievo Milo Manara.

Oggi sono proprio queste storie che ci restano in eredità: il 20 agosto 1995, infatti, Hugo Pratt muore senza riuscire a vedere la sua creatura, Corto Maltese, finire protagonista in televisione di una serie animata. Le storie di Corto sono ristampate da Lizard Edizioni.