Fantozzi

"Il mondo è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. Grazie a Fantozzi ho fatto in modo che alcuni neppure si accorgessero di essere nullità. O al limite ho fatto sì che non si sentissero soli."

PAOLO VILLAGGIO su Fantozzi

Ugo Fantozzi (noto anche come ragionier Ugo Fantozzi o Fantozzi Rag. Ugo) è un personaggio letterario e cinematografico ideato e interpretato dallo scrittore e attore Paolo Villaggio, le cui storie sono narrate in una fortunata serie di racconti e di film scritti e interpretati dallo stesso Villaggio.

Il primo libro che raccoglie le storie del personaggio, Fantozzi (1971), ha venduto oltre un milione di copie mentre il primo film della serie, Fantozzi (1975), è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare; per i quarant'anni dall'esordio del personaggio al cinema, nel 2015, i primi due film sono stati restaurati e nuovamente riproposti nelle sale. Il personaggio, nato come raffigurazione dell'uomo inetto e sfortunato vittima della prepotenza, è entrato nell'immaginario collettivo per la sua grottesca attitudine alla sudditanza psicologica verso il potere e come esempio di uomo medio vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto, «Il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità», come lo definì lo stesso Villaggio.

Fantozzi era il cognome di un impiegato collega di lavoro di Villaggio in un'azienda in cui l'attore aveva lavorato, la Italsider, e che si faceva trascinare nelle iniziative dello stesso Villaggio, e che lui chiamava erroneamente "Selvaggio", situazione che anticipa il ruolo di organizzatore di viaggi che sarà di Giandomenico Fracchia, altro personaggio creato da Villaggio, e del ragionier Filini nei racconti e nei film di Fantozzi. Nei racconti di Villaggio, tra i colleghi del personaggio, sono presenti due personaggi che nei film si fonderanno, grazie a un'intuizione del regista Luciano Salce, nell'unico personaggio di Filini, che avrà il ruolo dell'organizzatore, del massacratore emotivo di ciascun impiegato e di maniaco che crede di intendersi di tutto. Dalle sue esperienze lavorative Villaggio trarrà ispirazione per scrivere alcuni racconti pubblicati su l'Europeo e che verranno raccolti nel libro Fantozzi (1971) che diventerà presto un bestseller vendendo più di un milione di copie e venendo tradotto in molte lingue facendo vincere all'autore genovese, in Unione Sovietica, il premio Gogol nella sezione "migliore opera umoristica". Visto il grande successo del libro si arriva a realizzare una trasposizione cinematografica nella quale il ruolo del protagonista sarà rivestito da Villaggio stesso.

Il personaggio esordisce nei monologhi di Paolo Villaggio nei quali veniva citato in terza persona. Villaggio esordisce in televisione nel 1968 nella trasmissione Quelli della domenica, nei panni del personaggio, protagonista di sketch nei quali racconta storie umoristiche, con un lessico particolare e caratteristico del personaggio, fondato sull'iperbole.

Il film di Fantozzi

Il primo film, Fantozzi, esce nel 1975 tratto dai primi due libri del personaggio e diretto da Luciano Salce. Nei decenni seguenti sopravvive la leggenda secondo cui, inizialmente, Villaggio si era deciso a interpretare il personaggio da lui stesso creato solo dopo i rifiuti di colleghi al tempo già affermati (a differenza dell'attore genovese, all'epoca ancora poco noto in ambito cinematografico), quali Ugo Tognazzi e l'allora emergente Renato Pozzetto; una versione dei fatti a lungo avallata in prima persona dallo stesso Villaggio, ma infine da lui smentita e motivata con il mero intento di aumentare l'interesse attorno al progetto e al suo interprete principale Il film ha un grande successo, tanto da dar vita a una delle saghe più longeve del cinema italiano: seguiranno infatti altri nove episodi: il secondo diretto ancora da Salce, dal terzo al nono da Neri Parenti e l'ultimo, Fantozzi 2000 - La clonazione, da Domenico Saverni.

Secondo molti critici, i migliori di questi film restano i primi due, entrambi diretti da Luciano Salce, seguiti dal terzo, dal quarto e dall'ottavo episodio, questi ultimi girati da Neri Parenti. L'elevata qualità di queste opere, coronate entrambe dal successo, non è da attribuire solo al valore simbolico e sociale che rappresentano, ma anche e soprattutto alla qualità della tecnica umoristica ivi presente. Specialmente nei primi capitoli, infatti, il canovaccio si avvale di un'incredibile varietà stilistica nell'esercizio della comicità: dall'umorismo verbale, rappresentato dalle aberranti coniugazioni temporali ("vadi, Contessa"), dai titoli parodistici e denigratori ("Rag. Gran. Figl. di. Putt.") e dalle mistificazioni dei termini (come il significato di "prostata" e "kibbutz"), raffigurazioni delle ipocrisie spesso insite in certi ambienti, che Villaggio aveva imparato a conoscere, frequentati da figure teoricamente istruite ma in realtà ugualmente barbare e ignoranti. Non mancano inoltre le iperboli lessicali (i "92 minuti di applausi", i "pomodorini a 18000 gradi", da Il secondo tragico Fantozzi) e i sarcasmi ("a quel punto Fantozzi ebbe un leggerissimo sospetto. In pratica, s'incazzò come una bestia!!!", da Fantozzi subisce ancora); si ricorre poi alla comicità grafica, per l'epoca innovativa come gli effetti delle ustioni date dagli asciugamani roventi della moglie, gli uragani e le valanghe come effetto di memorabili rutti. C'è anche la classica comicità di natura fisica, che vede il corpo di Fantozzi soggetto alle peggiori umiliazioni possibili: malmenato dai bulli, sparato con un cannone dall'ispettore del lavoro, impalato sulla bici senza sellino (In sella... alla bersagliera!), affogato con la faccia nella torta di panna o nella polenta, usato come parafulmine; ci sono poi escursioni nella parodia e nella satira, come nell'episodio della corazzata Kotiomkin (di cui gli impiegati riproducono le scene più importanti) o in quello delle elezioni politiche, dove si utilizza prima la retorica, doppiando i discorsi dei candidati al parlamento, e poi la simbologia (la cabina elettorale come vespasiano).

Fra gli attori divenuti popolarissimi per aver partecipato alla serie ci sono Milena Vukotic e Liù Bosisio nella parte della moglie Pina, Anna Mazzamauro in quella della signorina Silvani, Gigi Reder nei panni del ragionier Filini, e Plinio Fernando opportunamente truccato per interpretare la mostruosa figlia di Fantozzi, Mariangela. Fernando collaborò con la compagnia di Villaggio fino ai primi anni '90 circa.

Dal 1980 in poi Paolo Villaggio firmerà un contratto con il regista Neri Parenti per continuare a girare altri film su Fantozzi. Villaggio lavorerà con il regista e il cast di sceneggiatori Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni dal 1980 fino al 1996, Fantozzi - Il ritorno. Durante questi sedici anni Villaggio non interpreterà solo il personaggio di Fantozzi nei film dedicati a lui ma anche altre macchiette comiche molto simili al personaggio originale in pellicole come Scuola di ladri (1986) e Le comiche (1990). La serie si conclude nel 1999 con Fantozzi 2000 - La clonazione, regia di Domenico Saverni.