John Wayne

Studente capace e buon giocatore di football, ottenne nel 1925 una borsa di studio sportiva della University of Southern California, ottenuta però più come una forma di ripiego, generato dal rifiuto dell'accademia militare di Annapolis. Dopo aver lavorato come comparsa e controfigura, ottiene delle parti come attore in film western di serie B grazie al suo fisico atletico e prestante. Nel 1925, Tom Mix, il divo dei primi western, gli offre un posto di lavoro sul set, come facchino. E' l'occasione per conoscere John Ford e cominciare a recitare in piccole parti, con lo pseudonimo di Duke Morrison (il nome di Duke è ripreso dal nome di un suo cane d'infanzia, mentre l'origine di Morrison rimane misteriosa.

Il debutto ufficiale avviene nel film "Men Without Women" del 1930. Ma la grande occasione della sua carriera arriva con il ruolo di protagonista in "Ombre rosse" di John Ford (girato nel '39), regista che farà di Wayne il suo attore-feticcio, riservandogli il ruolo di protagonista nei suoi film più importanti. Proprio a partire da "Ombre rosse" , fra l'altro, prende consistenza l'immagine che lo ha sempre caratterizzato, arrivando ad incarnare il simbolo di una certa America, sbrigativa ma onesta, rude e burbera ma con un sottofondo sensibile e di buon cuore. Nelle pieghe di questo modo di intendere lo "spirito" americano, si nasconde però anche l'ombra di un conservatorismo radicato e di uno sciovinismo molto acceso, lo stesso, ad esempio, che non riconosce poi molti torti all'invasione illegittima delle americhe da parte dei "conquistadores" (invasione che è andata a discapito delle popolazioni autoctone, indiani e "pellerossa" in primis, ovviamente).

Questa ideologia intrisa appunto di conservatorismo non è stato d'altronde mai smentito neanche nell'ambito della vita privata e delle scelte artistiche. Quella mentalità è stata da lui più volte sottolineata ed esaltata, come emerge bene anche da un film direttamente prodotto e diretto, il celebre "La battaglia di Alamo". Un altro film esemplare di questo atteggiamento politico è certamente "Berretti verdi" in cui l'esaltazione degli ideali americani (anche dinanzi a una guerra "sbagliata" come quella del Vietnam), emerge con tutta la sua forza. Non a caso, John Wayne ha contribuito a fondare nel 1944 la "Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals", divenendone, in seguito, anche presidente.

Ad ogni modo, è attraverso il genere western che si consolida l'immagine di John Wayne come attore, scegliendo sempre parti che esaltassero la lealtà, il coraggio, l'onore e senso dell'amicizia. Insomma, tutte quelle caratteristiche che delineano così bene l'epica della Frontiera e della scoperta di nuove terre da parte dei "duri" coloni. Inutile sottolineare che nella "rete" di questa seduzione un po' ambigua vi è caduto in pieno anche il pubblico europeo, portato a considerare quel mondo come distante, esotico, e per questo ammantato di un'aura mitica e leggendaria.

L'attore americano nella sua lunga carriera ha interpretato più di 250 film, tutti baciati da un gran successo di pubblico. La critica, invece, non ha mai lesinato sugli aggettivi negativi utili per descrivere la sua recitazione, più volte giudicata inadeguata e priva di sfumature. Ma il mito Wayne e i valori che i suoi personaggi incarnavano, evidentemente, andavano oltre il discorso puramente artistico di una buona resa attoriale.

Hollywood invece lo ha sempre portato in palmo di mano, almeno dal punto di vista della stima complessiva e delle scritture che ottenne (un po' meno dal punto di vista dei riconoscimenti ufficiali). Nel 1949 ottenne la nomination all'Oscar per "Iwo Jima, deserto di fuoco" mentre nel 1969, ottenne la statuetta per la sua interpretazione de "Il Grinta".

Fuori dallo schermo la personalità di John Wayne non era poi molto diversa dai personaggi che interpretava. Burbero dal cuore tenero, era molto amato dalle donne, un incallito giocatore di poker e un forte bevitore.


Muore l'11 giugno 1979 a Los Angeles, California. Ancora oggi è fra i più amati attori americani di tutti i tempi, un vero e proprio mito di celluloide capace di sfidare il tempo.