Harlod Lloyd

Attore e produttore cinematografico statunitense, nato a Burchard (Nebraska) il 20 aprile 1893 (vero nome Harlod Calyton Lloyd) e morto a Los Angeles l'8 marzo 1971. Fu uno dei grandi comici del cinema muto e conobbe negli anni Venti un successo pari e a volte anche superiore a quello di Charlie Chaplin e Buster Keaton, ma come questi fu messo in difficoltà dall'avvento del sonoro. Nel 1953 gli venne assegnato l'Oscar onorario.

Dopo aver studiato alla School of Dramatic Art di San Diego, iniziò la carriera di attore ancora giovanissimo con esperienze prima teatrali, poi cinematografiche. Grazie all'incontro con Hal Roach, che divenne il più importante produttore di cinema comico di Hollywood (a lui si deve la scoperta di Stan Laurel e Oliver Hardy), L. interpretò dapprima il personaggio di Willie Work, poi quello di Lonesome Luke, con il quale raggiunse il successo, anche se i suoi abiti striminziti, i baffetti e un copricapo da clown ricordavano ancora troppo il modello chapliniano.

L'idea vincente della carriera di L. fu quella di eliminare ogni tratto caricaturale e di assumere un aspetto assolutamente comune, accentuando anzi con il tocco degli occhiali rotondi di tartaruga la propria normalità. Lanciato il nuovo personaggio in Over the fence (1917), da lui diretto, L. guadagnò una vastissima popolarità recitando in coppia con la moglie Mildred Davis (e dopo il 1923 con Jobina Relston) in film diretti per lo più da Fred C. Newmeyer: da ricordare, in particolare, Bumping into Broadway (1919; Amore e poesia) di Roach; Never weaken (1921; Viaggio in paradiso) e Grandma's boy (1922; Il talismano della nonna) di Newmeyer; Safety last! (1923; Preferisco l'ascensore), Why worry? (1923; Accidenti… che tranquillità o La scuola dei milionari), Girl shy (1924; Tutte e nessuna) e The freshman (1925; Viva lo sport! o Lui e la palla) di Newmeyer e Sam Taylor. La comicità in questi film nasce dal contrasto che si viene a creare tra l'assoluta normalità del suo aspetto di giovanotto Yankee ottimista e sportivo, candido e disponibile, e la tenacia, il cinismo e l'aggressività di cui è capace quando la situazione lo richiede. Il ribaltamento delle apparenze, attraverso una sapiente combinazione di suspense e sorpresa, è l'esito delle sue gag più tipiche, sia quando lo spettatore è indotto a interpretare come gli ultimi attimi di un condannato a morte quella che, grazie a un allargamento di campo, si rivela essere solo una scena d'addio in una stazione (Safety last!), sia quando l'eroe stesso crede di essere finito in paradiso tra musiche celestiali e visioni angeliche, mentre si trova a cavallo di un traliccio sollevato da una gru ad altezze vertiginose sopra il traffico urbano (Never weaken).

La sua comicità è stata spesso interpretata come la versione più meccanica ed esteriore dei temi della slapstick comedy, priva degli elementi di critica sociale di un Chaplin o di astratta malinconia di un Keaton. E tuttavia L. seppe interpretare in modo originale ed efficacissimo la precarietà della percezione ordinaria delle cose e il sentimento di imminente pericolo di perdere la vita che dominano l'esperienza dello spazio urbano, utilizzando le tecniche di manipolazione dello spazio-tempo per ottenere dalla suspense effetti comici (quello della scalata del grattacielo è uno dei suoi temi più famosi).

Ancor prima del sonoro, fu il lungometraggio a mettere in crisi la sua comicità che, meglio esaltata nei cortometraggi, andò perdendo efficacia e incisività in film come Speedy (1928; A rotta di collo) di Ted Wilde o Welcome danger (1929; Evviva il pericolo) di Clyde Bruckman. Nei decenni successivi L. si dedicò all'attività di produttore di film altrui (Tay Garnett e Richard Wallace), dopo essere stato, fin dai primi anni Venti, produttore dei propri per conto della Pathé e poi della Paramount. Nel 1947 fu diretto da Preston Sturges in The sin of Harold Diddlebock (Meglio un mercoledì da leone…), fatto uscire poi anche in versione abbreviata nel 1950 dal produttore Howard Hughes con il titolo Mad Wednesday. Successivamente si limitò a partecipazioni come guest star in film e programmi televisivi e curò due antologie delle sue comiche più famose: Harold Lloyd's world of comedy (1962; A rotta di collo) e Harold Lloyd's funny side of life (1963; Il lato comico della vita).

Biografia Treccani online